FOTOTECA SIRACUSANA
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SCRIPTPHOTOGRAPHY
James W. DELANO (USA)
JAMES WHITLOW DELANO
Cristo si è fermato a Tijuana. E con lui la speranza, bloccata a un passo da una redenzione così vicina da ascoltarne il rumore, da vederla per guardarla scomparire. A Tijuana muore il sogno di chi l’ha raggiunta, di chi vi scivola da ogni parte della Baja California per varcare un limite insormontabile; e lì il sogno di varcare il confine con gli Stati Uniti diventa un incubo fatto di sudore, polvere e vizio. Donne e uomini si accalcano inutilmente al limite del miraggio, un sogno distopico che ne trasformerà il destino. Spesso per sempre. Si dice che tutto ciò che non ha radici precipiti a Tijuana, ma è vero anche il contrario: tutto ciò che nei vicinissimi Stati Uniti è proibito qui è offerto a buon mercato ai “gringos” che quotidianamente varcano il confine in cerca di trasgressioni a buon mercato. Poi, il ritorno a casa mentre le luci del mercato del sesso e del vizio di Tijuana non vogliono saperne di spegnersi. Tijuana è il prodotto dell’ipocrisia americana, è il tappeto sotto il quale devono sparire le pulsioni e i vizi d’una America bianca e suprematista, e proprio come un tappeto è meglio che stia fuori dalla porta. Il fotografo americano James Whitlow Delano non ha mai smesso di fotografare la condizione umana di una città, che per numero di abitanti è la sesta messicana, raccontandone i guasti. Il suo è un unico grande progetto, articolato e dolente, minuzioso come un report scientifico. Ma qui si tratta di donne e uomini. Si tratta di giovani donne che perduta la speranza in un futuro dignitoso sprofondano nell’abisso della prostituzione, una schiavitù da cui ti liberi solo con la morte. Qui il cartello dei narcotrafficanti stabilisce le regole del crimine, e i numeri della corruzione sono pari alle uccisioni. Ma per gli Stati Uniti Tijuana è solo un bazar da recintare con un muro: cosa accade là sono affari loro, purché non gli venga in mente di arrivare da noi. James Whitlow Delano non è quel genere di fotoreporter a caccia di episodi da rendere appetibili in post-produzione, e nemmeno è così obbediente ai canoni estetici e ai dettami della composizione fotografica. C’è invece in ogni sua immagine il desiderio di riportare fedelmente quanto accade, come se ci invitasse a vedere con i suoi occhi una realtà che altrimenti rappresentata perderebbe la sua forza e la sua verità. E infatti del prezioso lavoro di James W. Delano colpisce l’asciuttezza, la distanza dallo scivoloso crinale della retorica: tutto si dispiega sotto i nostri occhi, sembra confessare il suo obiettivo, e alle colpe non si aggiunga quella di distogliere lo sguardo. Gli Stati Uniti sono a un passo ma sono lontani più della Luna. Benessere e speranze si infrangono alla vista d’un muro che ti ricorda chi sei mentre ti invita ad abbandonare ogni aspettativa. Il Cristo del cattolicissimo Messico è battuto da quello protestante degli Stati Uniti, nel cui nome l’umanità ha due facce, due destini. Fin dalla nascita.
Giuseppe Cicozzetti
da “Las Paraditas/Standing Girls”; “Sin Frontera/ The Border Wall in 1987”; Tijuana 1987-2007. Dust, Vice&Dreams”.
foto James Whitlow Delano
Christ stopped in Tijuana. And with him, hope, blocked one step away from a redemption so close as to listen to its noise, to see it to watch it disappear. In Tijuana the dream of those who have reached it, of those who slip on it from all over Baja California to cross an insurmountable limit, dies; and there the dream of crossing the border with the United States becomes a nightmare made of sweat, dust and vice. Women and men crowd unnecessarily to the limit of the mirage, a dystopian dream that will transform their destiny. Often forever. It is said that everything that does not have roots rushes to Tijuana, but the opposite is also true: everything that is forbidden in the nearby United States is offered cheaply to the "gringos" who daily cross the border in search of cheap transgressions. Then, the return home while the lights of the sex market and the vice of Tijuana do not want to go out. Tijuana is the product of American hypocrisy, it’s the carpet under which the instincts and vices of a white and supremacist America must disappear, and just like a carpet it’s better that it is outside the door. The American photographer James Whitlow Delano has never stopped photographing the human condition of a city, which by number of inhabitants is the sixth Mexican, telling of the failures. His is a single large project, articulated and painful, as meticulous as a scientific report. But here it is about women and men. These are young women who, having lost hope in a dignified future, sink into the abyss of prostitution, a slavery from which you free yourself only with death. Here the drug trafficking cartel lays down the rules of crime, and the corruption numbers are equal to the killings. But for the United States, Tijuana is only a bazaar to be fenced with a wall: what happens there is their business, as long as it does not occur to them to come to us. James Whitlow Delano is not that kind of photojournalist on the hunt for episodes to make attractive in post-production, nor is he so obedient to the aesthetic canons and dictates of photographic composition. Instead, there’s in each of his images the desire to faithfully report what is happening, as if he invited us to see with his own eyes a reality that otherwise represented would lose its strength and its truth. And in fact, the precious work of James W. Delano affects the dryness, the distance from the slippery ridge of rhetoric: everything unfolds before our eyes, seems to confess its goal, and to blame doesn’t add that of looking away. The United States is one step away but more distant than the moon. Well-being and hopes break at the sight of a wall that reminds you of who you are while inviting you to abandon all expectations. The Christ of the most Catholic Mexico is beaten by the Protestant Christ of the United States, in whose name humanity has two faces, two destinies. Since birth.
Giuseppe Cicozzetti
from “Las Paraditas/Standing Girls”; “Sin Frontera/ The Border Wall in 1987”; Tijuana 1987-2007. Dust, Vice&Dreams”.
ph. James Whitlow Delano