FOTOTECA SIRACUSANA
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SCRIPTPHOTOGRAPHY
ROBERTO POLILLO
Fotografia impressionista ma fino a un certo punto, ovvero quando al digitale batte un cuore romantico. Le serie di Roberto Polillo intendono raccontare città come non le abbiamo mai viste, eppure sono riconoscibilissime. Venezia, benché spogliata da un’allure da agenzia viaggi, privata dal romanticismo di una luna di miele, è restituita alla meraviglia di una “nuova visione”; e così guardando le immagini è probabile condividere lo stesso stupore dei primi visitatori, gente lontana che giungeva a Venezia dal mare ammirandone l’elegante acquatica leggerezza. Via il didascalico dunque e spazio alla tecnica. E che tecnica: esposizioni lunghissime e una fotocamera mossa sapientemente, ora dall’alto in basso ora da sinistra a destra, a seconda dell’inquadratura prescelta. Il resto si completa in camera bianca. Al digitale, si diceva, batte un cuore romantico e vuole rendere omaggio a un pittorialismo orientaleggiante che ci restituiva un mondo più immaginato che reale, simile a come avremmo voluto che fosse più che com’era – ecco la distanza dall’Impressionismo. Venezia e Miami (l’altra città di una serie più affollata) hanno qualcosa in comune, un elemento che gemella una comune vocazione: l’acqua, che arroga a sé il primato narciso di specchiare la città nel suo doppio. E infatti, al netto di moltissimi aspetti che le distanziano – sicuramente superiori a quanti le apparentano – i rispettivi skyline si somigliano, o almeno questo vediamo in controluce nelle foto di Polillo. E ne vediamo gli effetti nelle luci che dall’acqua rimbalza per poi anarchicamente distribuirsi ovunque, senza padrone, senza ubbidire che al caso. E il caso, lo sappiamo, è un elemento capace di determinare le fortune di una fotografia. Nelle immagini di Roberto Polillo il “mosso creativo” come lo conosciamo attraverso Haas, non aggredisce il campo della staticità né, per questo, ingaggia una attrazione per una velocità spesa a provocare stupore. Qui, piuttosto, il mosso intenzionale tende alla rappresentazione dell’arte visiva, quasi che il procedimento fotografico mitighi i suoi freddi calcoli digitali per accedere in un’area riservata alla materia pittorica, accostandosi così a una natura più vicina alle invenzioni dell’uomo. Le ardite architetture di Miami, le sue torri mirabolanti, i ponti, attraverso una “scossa” sono restituite a una nuova lettura nella quale ravvisiamo l’umanizzazione del paesaggio. Né meno accade a Venezia, dove i suoi monumenti più rappresentativi (si guardi a proposito, la fotografia del ponte di Rialto, ma lo stesso vale per calli e campielli) subiscono un’alterazione digitale che ne esalta la struttura. “Per l’uomo non c’è niente di nuovo come un nuovo mattino”, ha scritto Chesterton e dove per “nuovo mattino” dobbiamo intendere la metafora di un qualcosa che si rinnova pur rimanendo sempre uguale. Le città di Roberto Polillo ci invitano al loro “nuovo mattino”, a una rilettura scarnificata ed essenziale.
Giuseppe Cicozzetti
da “Visions of Venice”; “Towers of Miami”.
Foto Roberto Polillo
Impressionist photography but up to a point, or when digital beats a romantic heart. The series of Roberto Polillo intends to tell cities as we have never seen them, yet they are most recognizable.
Venice, though stripped of an allure by travel agency, deprived of the romance of a honeymoon, is restored to the wonder of a "new vision"; and so looking at the pictures is likely to share the same amazement of the first visitors, distant folk who came to Venice from the sea admiring the elegant aquatic lightness. So the didactic and technical space.
And what a technique: long exposures and a smart camera move, now from top to bottom now from left to right, depending on the chosen frame. The rest is completed in a white room. Digital, as said, beat a romantic heart and would like to pay homage to an orientalist pittorialism that gave us a more imaginative and realistic world, similar to how we wanted it to be more than it was - here is the distance from Impressionism.
Venice and Miami (the other city of a crowded series) have something in common, an element that mingles with a common vocation: water, which lends itself to the narcissist primacy of mirroring the city in its double.
And in fact, away from so many aspects that distance them - surely superior to those who appear - their respective skyline resembles, or at least this is seen in the backdrop of Polillo's photos. And we see the effects in the lights that bounce back from the water and then anarchically spread everywhere without a master, without obeying the case. And the case, we know, is an element capable of determining the fortunes of a photograph.
In the images of Roberto Polillo the "blurred" as we know it through Haas, does not attack the field of staticity or, for this reason, he hires an attraction for a speed of expense causing astonishment. Here, rather, the intentional move tends to the representation of visual art, as the photographic process mitigates its cold digital calculations to access an area reserved for pictorial matter, thus approaching a nature closer to man's inventions. The daring architecture of Miami, its miraculous towers, bridges, through a "shake" are returned to a new reading in which we glimpse the humanization of the landscape.
Nor does it happen in Venice, where its most representative monuments (look at the photograph of the Rialto bridge, but the same applies to calli and campielli) undergo digital alteration that enhances the structure. "For man there is nothing new as a new morning", as Chesterton wrote, and where for "new morning" we have to understand the metaphor of something that is renewed while remaining the same. The cities of Roberto Polillo invite us to their "new morning", to a revamped and essential re-reading.
Giuseppe Cicozzetti
from “Visions of Venice”; “Towers of Miami”.
ph. Roberto Polillo