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SCRIPTPHOTOGRAPHY

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PABLO PIOVANO

Fate attenzione, le fotografie dell’argentino Pablo Piovano, benché mostrino persone colpite da gravi malformazioni, non sono i “freaks” di Arbus o di qualunque altro fotografo che abbia voluto mostrare nei corpi i segni della difformità. I “mostri” di Piovano non sono vittime di un destino cinico e malevolo, di numeri usciti alla roulette biologica. No, sono il risultato dell’avidità umana, quella che non ama che il denaro, e in questo è simile al veleno mortale che produce: il glifosato, il potente pesticida dagli effetti devastanti. Per l’uomo.
Pablo Piovano ha viaggiato per migliaia di chilometri nell’Argentina rurale, nelle sconfinate estensioni dominio delle multinazionali e nel 2014 il suo coraggiosissimo reportage (avere per nemico la Monsanto non è cosa da prendere alla leggera) è confluito nel lavoro “El costo humano de los agrotóxicos”. Calpestare la dignità umana è dunque per le multinazionali un costo sopportabile, un effetto collaterale sostenibile in virtù del profitto. E pazienza se dal contatto con i pesticidi nascono bambini con forme tumorali incurabili che riducono fortemente le aspettative di vita: il profitto viene prima d’ogni altra considerazione di carattere etico, preceduto solo da una massiccia disinformazione lasciata nelle mani delle stesse multinazionali. La storia del glifosato in Argentina inizia negli anni ’70, ora vediamo i risultati. Si calcola infatti che un terzo della popolazione argentina soffra a causa del suo effetto. Numeri impressionanti che dovrebbero farci riflettere fortemente. Le fotografie sono scioccanti. La fotografia “etica” dev’esserlo: non deve nascondere nulla né ometterlo: deve denunciare. 
L’importanza dei contenuti deve prevalere sulla forma, il messaggio sull’estetica, la forza sulla nitidezza. Eppure nelle immagini di Pablo Piovano si coglie un connubio nel quale la denuncia non rinuncia alla creazione di indignazione pur non perdendo di vista il rigore stilistico del linguaggio fotografico. C’è, come si diceva, coraggio e temerarietà, ma c’è anche l’assunzione di responsabilità che riguardano tutti noi, e che Piovano ha voluto gettare dinanzi ai nostri occhi una realtà troppo a lungo tenuta nascosta e che ora reclama d’esser detta. Tocca a noi adesso. Tocca a noi inorridire, dire basta a una modernità che ha in spregio l’uomo e che si dimostra nemica del progresso. L’uomo, la sua vita, la sua salute valgono più di ogni bilancio, più di ogni cifra, infinitamente più di ogni profitto. Il lavoro di Pablo Piovano ci dice proprio questo: il futuro temuto è già qui, fermiamolo, rendiamolo storia, dimentichiamolo tra le cose di cui fare ammenda alle incolpevoli generazioni future.

Giuseppe Cicozzetti

da “El costo humano de los agrotóxicos”

foto Pablo Piovano

http://pablopiovano.com/

 

Please, pay attention, the photographs of the Argentinean Pablo Piovano, although they show people affected by serious malformations, are not the "freaks" of Arbus or any other photographer who has wanted to show signs of deformity in their bodies. The "monsters" of Piovano are not victims of a cynical and malevolent destiny, of numbers released to biological roulette. No, they are the result of human greed, the one that doesn’t like money, and in this it is similar to the deadly poison it produces: glyphosate, the powerful pesticide with devastating effects. For man.

Pablo Piovano has traveled for thousands of kilometers in rural Argentina, in the boundless domain extensions of the multinationals and in 2014 his courageous reportage (having Monsanto as an enemy is not something to be taken lightly) has merged into the work "El costo humano de los agrotóxicos ".

Trampling on human dignity is therefore a bearable cost for multinationals, a sustainable side effect by virtue of profit. And patience if from contact with pesticides are born children with incurable forms of cancer that greatly reduce the expectations of life: the profit comes before any other ethical consideration, preceded only by a massive disinformation left in the hands of the same multinationals.

The history of glyphosate in Argentina begins in the 70s, now we see the results. It is estimated that one third of the Argentine population suffers because of its effect. Impressive numbers that should make us reflect strongly. The photographs are shocking. "Ethical" photography must be: it must not hide anything or omit it: it must denounce.

The meaning of content must prevail over form, the message on aesthetics, the strength on sharpness. Yet in the images of Pablo Piovano there is a union in which the complaint does not renounce the creation of indignation while not losing sight of the stylistic rigor of photographic language. There is, as we said, courage and recklessness, but there is also the assumption of responsibility that affects all of us, and that Piovano wanted to throw before our eyes a reality too long kept hidden and that now claims to to be told. It's up to us now.

It’s up to us to be horrified, to say enough to a modernity that has contempt for man and that proves to be the enemy of progress. Man, his life, his health are worth more than any budget, more than any amount, infinitely more than any profit. The work of Pablo Piovano tells us this: the feared future is already here, let's stop it, let's make it history, let's forget it among the things to make amends to the innocent future generations.

Giuseppe Cicozzetti

from “El costo humano de los agrotóxicos”

ph. Pablo Piovano

http://pablopiovano.com/

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