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SCRIPTPHOTOGRAPHY

Francesca MANGIATORDI                             (IT)

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FRANCESCA MANGIATORDI

Si dice di una buona foto che è tale se riesce a stabilire una forte connessione con lo spirito del tempo, se, cioè, in forza di uno scatto, sia contenuto nell’immagine il senso dei giorni che stiamo vivendo. Ciò che attribuisce valore a una fotografia di reportage è tutto qua. E non è poco, perché la memoria dell’uomo è labile, corruttibile dall’incedere della cronaca, dall’affiorare di nuovi eventi, ma una fotografia, una volta scattata, fermerà per sempre quel preciso momento e osservandola costringerà a non dimenticare. Se c’è una fotografia, che in questi giorni è divenuta virale sul Web, che riassume il clima che sgomenta l’Italia a seguito del diffondersi del Coronavirus e insieme segnala l’abnegazione degli addetti ospedalieri, è la foto che vediamo. E’ stata scattata da Francesca Mangiatordi, medico impegnato in prima linea e appassionata di fotografia che è riuscita, con un solo scatto, a consegnarci uno scatto che diventerà iconico. Non accade spesso che una fotografia si installi nella cultura visiva fino a diventare patrimonio collettivo e rimandare tutti allo “zeitgeist” con puntuale determinazione. La fotografia di Francesca Mangiatordi riesce a imporsi e smuove nell’osservatore quell’inevitabile livello di empatia che in questo periodo proviamo verso medici, infermieri, operatori sanitari e tutti coloro che oltrepassato il limite del dovere professionale sconfinano nell’abnegazione. A tutti va il nostro più caloroso ringraziamento. Anzi, un monumentale ringraziamento e la promessa che non dimenticheremo il loro impegno. Come però vediamo dalla foto non ci sono eroi. Ci sono donne e uomini che lavorano al limite fisico delle loro possibilità e dunque la fotografia ci trasmette un senso di partecipe vicinanza: la stanchezza appartiene a chi lavora. E chi guarda il soggetto dormiente non può che essere colto dal desiderio di mostrarle comprensione e gratitudine, come per il sonno di un giusto. Lei è stremata dai turni interrotti di lavoro. L’emergenza non conosce soste e dunque il sonno, quel riposo improvviso e necessario richiesto dal suo corpo la costringe a fermarsi. Francesca Mangiatordi è alle sue spalle, ha con sé il cellulare e scatta la fotografia che meglio d’altre ci aiuta a comprendere l’immane fatica e lo strazio di nervi che pretendono essere ristorati. Per poi ricominciare, ancora e ancora a cercare di salvare vite umane. La fotografia di Francesca Mangiatordi non parteciperà a nessun concorso né è nata con questo spirito, ma non sarà dimenticata. Personalmente, ripeto in ossequio a quanto detto all’inizio sulle fotografie di reportage, questa foto avrebbe potuto imporsi al World Press Photo 2020. Non ci sarà invece, ma per tutti noi italiani Francesca Mangiatordi con “il sonno del giusto” ha già vinto. Il premio, il più importante, le stato assegnato da tutti noi.

Giuseppe Cicozzetti

foto Francesca Mangiatordi

 

Some say ‘bout a good photo that is such if it manages to establish a strong connection with the spirit of the time, that is, if, by virtue of a shot, the sense of the days we are living is contained in the image. That's what gives value to a reportage photograph. And it is no small thing, because man's memory is labile, corruptible by the progress of the news, by the emergence of new events, but a photograph, once taken, will forever stop that precise moment and observing it will force you not to forget. there is a photograph, which has become viral on the Web in these days, which summarizes the climate that frightens Italy following the spread of the Coronavirus and together signals the self-denial of hospital workers, it is the photo we see. It was taken by Francesca Mangiatordi, a doctor engaged in the front line and passionate about photography who managed, with a single shot, to deliver us a shot that will become iconic. It doesn’t often happen that a photograph is installed in the visual culture until it becomes a collective heritage and sends everyone back to the "zeitgeist" with punctual determination. Francesca Mangiatordi's photography manages to impose itself and stir up in the observer that inevitable level of empathy that in this period we feel towards doctors, nurses, health workers and all those who, beyond the limit of professional duty, border on self-denial. Our warmest thanks to everyone. Indeed, a monumental thanks and the promise that we will not forget their commitment. But as we see from the photo there are no heroes. There are women and men who work at the physical limit of their possibilities and therefore photography gives us a sense of participatory closeness: tiredness belongs to those who work. And who looks at the sleeping subject can only be seized by the desire to show her understanding and gratitude, as for the sleep of a just person. She is exhausted from interrupted workshifts. The emergency knows no stops and therefore sleep, that sudden and necessary rest required by her body forces her to stop. Francesca Mangiatordi is behind her, she has her cell phone with her and takes the photograph that better than others helps us understand the immense effort and agony of nerves that claim to be refreshed. Then start again, again and again to try to save lives. Francesca Mangiatordi's photography will not participate in any contest nor was it born in this spirit, but it will not be forgotten. Personally, I repeat in accordance with what was said at the beginning about the reportage photographs, this photo could have imposed itself on the World Press Photo 2020. It will not be there, but for all of us Italians Francesca Mangiatordi with "the sleep of the just" has already won. The most important prize was awarded to us by all of us.

Giuseppe Cicozzetti

ph. Francesca Mangiatordi

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