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SCRIPTPHOTOGRAPHY

Matías COSTA                                                                    (Argentina) 

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MATÍAS COSTA

Scriptphotography si è già occupato dell’argomento ma torna ad occuparsene ancora, almeno finché la questione delle migrazioni umane non esca da una situazione emergenziale per essere affrontata seriamente, come un fatto delle attività umane. A partire dalle parole. Migranti, profughi, rifugiati, richiedenti asilo sono termini utilizzati al posto di una parola da cui ci si tiene lontano perché ci avvicinerebbe a precise responsabilità: uomini. Uomini il cui ineluttabile desiderio di migliorare le proprie condizioni di vita viene cancellato sulle coste europee e su cui, spesso, si costruiscono fortune elettorali. Dobbiamo avere paura, sostengono le forze nazionaliste (ricordo a tutti come “nazionalismo”, “sovranismo” e slogan che richiamano alla “difesa dei confini” siano parole che più volte hanno scatenato guerre) e dunque siamo invitati a temerli. L’Europa sta fallendo il suo compito. L’Occidente sta fallendo il suo compito, e ora si scopre inerme contro un fenomeno che non riesce a governare. Forse non vuole. Sotto ogni profilo. Anche sotto quello dell’identità religiosa cui spesso fa riferimento. “Ero straniero e mi avete accolto”, recita il Vangelo ma tutti hanno dimenticato l’insegnamento sebbene le chiese risuonino di salmi e preghiere. Sostiene un partito al governo in Italia che il fenomeno interessi principalmente l’Italia e soffia sull’insofferenza degli elettori ma dalle immagini che vediamo ci accorgiamo che non è così. Il reporter freelance Matías Costa meglio di altri può accostarsi al tema. Nato in Argentina la sua famiglia si stabilisce in Spagna per sfuggire alla dittatura militare di Videla e dunque il suo approccio alla questione è schierato, di parte, si direbbe, ma chi non ha il coraggio di schierarsi vede le cose a metà, vive a metà, respira a metà, pensa a metà. Le fotografie di “Strangers” ci conducono dritti al cuore di una vicenda umana che non può essere ignorata. Uomini e donne costrette a confrontarsi con le autorità spagnole, braccati e disillusi dopo esserlo stati nelle infernali prigioni libiche. Il loro sguardo è intriso di dolore, le lacrime asciutte, con un passato da dimenticare e un futuro nelle mani di altri uomini. Lo stile di Costa è teso, asciutto che quasi sentiamo l’essenza dello smarrimento, di una nuova condizione fitta di incognite. Egli indugia in quei volti, tra i corpi vilipesi quel tanto che è necessario perché a noi arrivi integra la brutalità della privazione di ogni dignità: l’Occidente si mostra impaurito e reagisce come può, come sa. La serie si apre con l’immagine d’un mare che per quanto faccia paura è una paura che dev’essere affrontata, nella consapevolezza che sono gli uomini sulla terraferma da temere ancor più delle onde. E questo accade puntualmente, con una durezza che nemmeno l’abbraccio più stringente può cancellare. “Stranger” è il racconto di una giornata nella vita degli ultimi, di quanti hanno avuto la sfortuna di nascere nel posto sbagliato e che lottano con tutte le forze per garantirsi quello che a noi sembra scontato: un posto nella vita, un luogo dove prosperare e tenersi lontano da fame e persecuzioni, dalla miseria e dalle guerre. In un mondo che ha perso ogni raggio di speranza, occorre tornare ad essere umani, a lasciarsi attraversare dalla compassione perché, è il caso di ricordarlo, tutti siamo stati stranieri almeno una volta nella vita. E se non impariamo dai nostri errori, se non ci riconosciamo nell’ultimo degli uomini vivere sarà stato inutile.

Giuseppe Cicozzetti

da “Strangers” 

foto Matías Costa

http://www.matiascosta.com/

 

Scriptphotography has already dealt with the argument but is still dealing with it again, at least until the issue of human migration emerges from an emergency situation to be seriously addressed, as a fact of human activities. Starting from words.

Migrants, refugees, asylum seekers are terms used in place of a word from which one stays away because it would bring us closer to specific responsibilities: men. Men whose inescapable desire to improve their living conditions is canceled on the European coast and on which, often, electoral fortunes are built.

Men whose inescapable desire to improve their living conditions is canceled on the European coast and on which, often, electoral fortunes are built. We must be afraid, nationalist forces support (I remind everyone how "nationalism", "sovereignism" and slogans that refer to the "defense of borders" are words that have repeatedly triggered wars) and therefore we are invited to fear them. Europe is failing its task.

Europe is failing its task, and now it finds itself helpless against a phenomenon that fails to govern. Maybe he does not want to. In every profile. Even under that of the religious identity that often refers to. "I was a foreigner and you welcomed me", says the Gospel but all have forgotten the teaching, although the churches resound with psalms and prayers. It supports a government party in Italy that the phenomenon mainly affects Italy and blows on the intolerance of voters but from the images we see we realize that this is not the case. The freelance reporter Matías Costa better than others can approach the topic.

Born in Argentina his family settles in Spain to escape the military dictatorship of Videla and therefore his approach to the question is deployed, biased, it seems, but who does not have the courage to take sides sees things in half, lives in half, breathe in half, think half. The photographs of "Strangers" lead us straight to the heart of a human story that can not be ignored. Men and women forced to confront the Spanish authorities, hunted down and disillusioned after having been in the infernal Libyan prisons.

Their gaze is full of pain, dry tears, with a past to forget and a future in the hands of other men. Costa's style is tense, dry that we almost feel the essence of loss, of a new condition full of unknowns. He lingers in those faces, among the vilified bodies as much as is necessary for us to arrive at the complete brutality of deprivation of all dignity: Europe shows fear and reacts as ir can, as it knows.

The series opens with the image of a sea that is scary as it is a fear that must be addressed, in the awareness that it is the men on the mainland to fear even more than the waves. And this happens on time, with a hardness that even the most stringent embrace can cancel. "Stranger" is the story of a day in the lives of the last ones, of those who had the misfortune to be born in the wrong place and who fight with all their strength to guarantee what seems obvious to us: a place in life, a place to thrive and keep away from hunger and persecution, misery and wars.

In a world that has lost every ray of hope, it’s necessary to go back to being human, to let ourselves be overcome by compassion because, it is appropriate to remember it, we have all been foreigners at least once in our life. And if we do not learn from our mistakes, if we do not recognize ourselves in the last of the men, living will have been useless.

Giuseppe Cicozzetti

from “Strangers” 

ph. Matías Costa

http://www.matiascosta.com/

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