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SCRIPTPHOTOGRAPHY

Giacomo BRUNELLI                                                       (Italia) 

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GIACOMO BRUNELLI

Ha detto Blaise Pascal che “l’ultimo passo della ragione è di riconoscere che ci sono un’infinità di cose che la sorpassano”. Ciò che vediamo, nella loro forma oggettiva di cose, ha in sé come una propensione a essere interpretato, quasi volesse stabilire con la realtà conosciuta l’ingaggio di una sfida sul terreno dell’immaginario misterioso. E in questa dimensione, nella quale forte è la distorsione cognitiva, ogni elemento ci appare sotto forma ingannevole e, in qualche modo, disturbante: un gioco, una gara che l’uomo organizza per se stesso quando ormai al limite della consapevolezza cerca uno spiraglio, una nuova vena che lo conduca su territori da esplorare. Il fotografo italiano di base a Londra Giacomo Brunelli, reinterpreta la sua città. L’ordito visivo di “Eternal London” è ricco di rimandi e allusioni volte a restituire un clima di silenzioso mistero da giocarsi sul piano della fascinazione. Londra, nelle fotografie di Brunelli, è a un tempo riconoscibile, almeno nei suoi affacci più tipici, ma è allo stesso tempo svuotata dalla retorica ottica a cui ci ha abituato una narrazione troppo frequentata. Non solo. Nelle insidiose prospettive di una accuratissima composizione si nasconde la plastica interazione di soggetti frammentati, ritagliati o appena accennati colti in un rapporto altrettanto frammentato con la città. Un passo avanti della ragione e si entra nel mistero, lo stesso espressionista mistero che agita le visioni cinematografiche di Murnau. E il mistero dilaga nella scelta – coraggiosa – di riprendere i soggetti di spalle, scelta che non consente all’osservatore di chiarire il desiderio di chiarezza ma che, invece, gli consente di spalancare le porte agli interrogativi, che non lasciano esclusi gli espedienti tecnici. Se osservate il taglio della composizione noterete che poche volte la macchina fotografica è tenuta a un’altezza standard, il più delle volte è tenuta in basso, concentrandosi su dettagli che per come sono ripresi aumentano il senso di disequilibrio. “Eternal London” è frutto di scatti presi con una vecchia Miranda degli anni ’60 e ciò che è restituito ha una temperatura seducente in cui le aspirazioni post-moderniste interpretano e dialogano con la tradizione analogica con un risultato sorprendente, in cui le “visioni” liberano il loro potere realista e magico.

Giuseppe Cicozzetti

 

da “Eternal London” 

foto Giacomo Brunelli

 

 

Blaise Pascal said that "the last step of reason is to recognize that there are an infinite number of things that surpass it". What we see, in their objective form of things, has in itself a propensity to be interpreted, as if to establish with the known reality the engagement of a challenge on the terrain of the mysterious imagination.

And in this dimension, in which cognitive distortion is strong, every element appears to us in a deceptive and, in some way, disturbing way: a game, a competition that man organizes for himself when he is at the limit of awareness looking for a crack, a new vein that leads him to territories to be explored. London-based Italian photographer Giacomo Brunelli reinterprets his city.

The visual warp of "Eternal London" is full of references and allusions aimed at restoring a climate of silent mystery to be played on the level of fascination. London, in Brunelli's photographs, is at the same time recognizable, at least in its most typical views, but at the same time it is emptied of the optical rhetoric to which an overly frequented narrative has accustomed us. Not only.

The insidious perspectives of a highly accurate composition hides the plastic interaction of fragmented, cut out or barely touched subjects caught in an equally fragmented relationship with the city. A step ahead of reason and we enter the mystery, the same expressionist mystery that shakes the cinematographic visions of Murnau. And the mystery is spreading in the choice - courageous - to take the subjects from behind, a choice that does not allow the observer to clarify the desire for clarity but, instead, allows him to throw open the doors to questions, which do not leave out technical expedients.

If you look at the cut of compositions you will notice that a few times the camera is kept at a standard height, most of the time it is held down, focusing on details which, as they are resumed, increase the sense of imbalance. "Eternal London" is the result of shots taken with an old Miranda from the '60s and what is returned has a seductive temperature in which post-modernist aspirations interpret and dialogue with the analogical tradition with a surprising result, in which the "visions" they release their realist and magical power.

Giuseppe Cicozzetti

from “Eternal London”

 

ph. Giacomo Brunelli

https://www.giacomobrunelli.com/

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