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SCRIPTPHOTOGRAPHY

Lynn  BIANCHI                                                                                (USA)

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LYNN BIANCHI

Dimenticate i sensi di colpa, nelle fotografie della giovane americana Lynn Bianchi non trovano posto; anzi, siamo di fronte alla loro cancellazione perché squillino le trombe del trionfo epicureo, della vittoria di una spensierata carnalità sulla morigeratezza nutrizionista. I corpi rotondi di “Spaghetti Eater” si impongono alla nuda conclamazione di un compiacimento che sa di una finale liberazione dalla dura legge della taglia, dalla dittatura della “forma”, rivendicando il diritto a un’esistenza svincolata da pregiudizi alla moda. 

Il mondo di Lynn Bianchi, o almeno l’emisfero nel quale muove la sua ricerca, è un’Arcadia al femminile nel quale si recupera il rapporto con quanto si mangia: il cibo è “amico” e dunque non delude, non si ha alcunché da temere. Un banchetto celeste dunque che esalta come la piacevolezza del vivere passi per una convivialità leggera e seducente, quasi irriflessiva. Il femminile di Lynn Bianchi ha connotazioni sacrali, segno di grandissimo e profondo rispetto per il genere. Le donne, siano della serie “Spaghetti Eater”, di “Caryatids”, di “Dessert Eaters” o “Distortion”, sono annunciate da una regalità sapida, diremmo succulenta e accompagnate da un’aura soddisfatta, come se Lynn Bianchi avesse avuto intenzione di rivelarci l’esistenza di un femminile la cui narrativa è stata lungamente sottaciuta. E ne cogliamo gli effetti. Di fronte alle immagini di un banchetto al femminile, siamo come spiazzati dal grado di complicità generato dal cibo, smarriti dallo stabilirsi di una intimità preclusa al mondo maschile. Il cibo diviene medium di rapporti giocosi e testimone di nuovi equilibri, nei quali persino le ancelle smettono d’essere comprimarie. 

Il gioco è sapientemente descritto con garbo che rivaluta la composizione d’altri tempi, ripresa e declinata a proprio vantaggio da un’atmosfera rarefatta, chiara, a tratti trasparente. C’è misura e stile. Non c’è mai volgarità, nemmeno se volessimo cercarla: Lynn Bianchi ha ben saldo tra le mani il timone con cui stabilire la rotta interpretativa e dunque, sgomberato il campo da eventuali pruderie, non resta che accogliere il suo invito e tuffarsi nel suo mondo fantasmagorico e opulento, nel quale, su tutto, vince l’eleganza delle immagini. Il corpo femminile è la centralità in cui grazia e forza sommano le rispettive prerogative e “Caryatids” ne è attraversato con una tensione tanto efficace dal punto di vista espressivo da rappresentare il paradigma sul quale si fondano gli altri lavori. Qui, in questa serie, il corpo è sostegno e bellezza, è una forza mai disgiunta dalla forma nel solco del recupero di una antichissima classicità. 

Convince il quadro compositivo: i soggetti sono disposti secondo una simmetria che tende a riempire l’immagine, quasi a voler dire che tutto si compie mentre osserviamo e che oltre il rettangolo della fotografia non vi sia nulla di meritevole d’attenzione. E con un minimalismo rigorosissimo che non lascia spazio a supposizioni.

Lynn Bianchi dimostra idee chiarissime. I suoi lavori sono suggestivi e privi di ridondanza, essenziali; mentre noi osservatori uomini siamo sopraffatti alla vista di un gineceo incorruttibile e autonomo. Se è vero, com’è vero, che noi siamo quello che mangiamo, allora le figure femminili di Lynn Bianchi sono donne che cibandosi di spaghetti, dolci, assumono sembianze angeliche, divine, assise all’Olimpo di una sensualità inestinguibile, placida come il lento e immutevole scorrere del tempo.

 

Giuseppe Cicozzetti

da “Spaghetti Eater”; “Caryatids”; “Dessert Eaters”; “Distortion”.

 

foto Lynn Bianchi

 

http://lynnbianchi.com

Forget the guilty feelings, on photographs of young American Lynn Bianchi do not find any place; indeed, we are facing their cancellation because the trumpets of the epicurean triumph ring, the victory of a carefree carnality on the nutritionist sobriety.

The round bodies of "Spaghetti Eater" are bent on the naked exhortation of a pleading that sounds as a final release from the hard law of the size, from the dictatorship of "form," claiming the right to an existence free of fashion prejudices.

The world of Lynn Bianchi, or at least the hemisphere in which he is moving, is a women's arcade in which recovers the relationship with what he eats: food is a “friend" and therefore doesn’t disappoint, there is nothing to fear.

A heavenly banquet therefore exalts the pleasures of living passes for a light, seductive, almost irreflective conviviality.

Lynn Bianchi's female world has sacred connotations, a sign of great and deep respect for the genre. Women, whether of the "Spaghetti Eater", "Caryatids", "Dessert Eaters" or "Distortions" series, are announced by a sapid regality, succulent and accompanied by a satisfied aura, as if Lynn Bianchi had intended to reveal the existence of a feminine whose narrative has long been overwhelmed.

And we get the effects. Facing the images of a female banquet, we are ashamed of the kind of complicity generated by food, lost by the establishment of intimacy precluded in the male world. Food becomes medium of playful relationships and witnesses of new balances, in which even the maids cease to act a supporting role.

The game is cleverly described with genius that re-evaluates the composition of other times, resumed and declined to its advantage by a rarefied, clear, sometimes transparent atmosphere. There is moderation and style.

There is never any vulgarity, not even if we want to look for it: Lynn Bianchi has a rudder firm hand in his hands with which to establish the interpretive route and therefore, clearing the field from any prudery, it only needs to welcome his invitation and dive into his world fantasmagoric and opulent, in which, over all, wins the elegance of the images.

The feminine body is the centrality in which grace and strength add to their prerogatives, and "Caryatids" is crossed with such a powerful tension from an expressive point of view to represent the paradigm on which other works are based. Here, in this series, the body is support and beauty, it is a force never separated by form in the tracks of the retrieval of an ancient classicism.

The compositional picture conquer us: the subjects are arranged in a symmetry that tends to fill the image, almost to say that everything is done while we observe and what’s beyond the rectangle of photography there is nothing worthy of attention. And with a strict minimalism that leaves no room for suppositions.

Lynn Bianchi demonstrates very clear ideas. Her work is suggestive and without redundancy, essential; while men observers are overwhelmed to the sight of an incorruptible and autonomous gypsy. If it is true that we are what we eat, then the female figures of Lynn Bianchi are women who, eating spaghetti, sweet, take on angelic, divine appearances, assimilated to the Olympus of an inextinguishable and placid sensuality, like slow and changeless flow of time.

 

Giuseppe Cicozzetti

from “Spaghetti Eater”; “Caryatids”; “Dessert Eaters”; “Distortions”.

 

ph. Lynn Bianchi

 

http://lynnbianchi.com

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